Paolo Venti
Le figlie dell’orsa
Informazioni aggiuntive
autore | Paolo Venti |
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ISBN | 9791280801005 |
prima edizione | 2022 |
ristampa | – |
formato | 14 x 21 cm, brossura con sovraccoperta |
pagine | 288 |
Il prezzo originale era: 18,00 €.17,10 €Il prezzo attuale è: 17,10 €.
la trama
Nel corso di una moderna spedizione, un gruppo di quattro speleologi s’imbatte in una misteriosa stanza ipogea. Questa scoperta s’intreccia con una storia avvenuta nel lontano XIV secolo, nei pressi del luogo in cui è stata ritrovata la grotta.
Il villaggio di Pradis è al centro di una serie di morti cruente, forse causate da alcuni orsi. La gente del villaggio nutre molti dubbi a tale proposito, perché gli animali da molto tempo vivono nel folto del bosco che protegge il villaggio, senza subire aggressioni da parte dei cacciatori.
Sono mammiferi pacifici e considerati sacri, in quanto manifestazione della dea Artio.
Le morti riavvicinano gli abitanti di Pradis al villaggio di Komereth, ma questo non fa che riaccendere le reciproche incomprensioni e i livori mai sopiti, a causa di un diverso credo religioso e culturale.
Alcuni uomini di Pradis, fra cui il borgomastro, decidono di porre fine alle tragiche morti e alla paura che attanaglia gli abitanti, mettendosi sulle tracce dei colpevoli.
In una girandola di colpi di scena, non manca la presenza di alcune donne benandanti, in grado di lasciare in spirito il proprio corpo.
Mano a mano che si arriva a scoprire la causa delle morti, si fa luce sull’esistenza di un’antica statuetta votiva, su un uomo cieco dimenticato nelle buie profondità delle grotte e su alcune credenze soprannaturali mai sopite.
Le figlie dell’orsa
2 reviews for Paolo Venti
Le figlie dell'orsa
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Marta –
Anche se nella trama ci sono non poche disgrazie…e’ un libro x tutti…molto bello…
auriemma –
Ho letto il libro “Le figlie dell’orsa” e mi è piaciuto.
Mentre leggevo, le parole mi portavano davanti agli occhi i luoghi, cercavo di visualizzare le borgate, il centro di Pradis, i volti, le case. La storia ha rappresentato bene, secondo me, lo spirito del luogo:
i segreti, cose che tutti conoscono ma di cui nessuno parla,
le rivalità all’interno di una stessa comunità (Pradis e Komereth sono due gruppi di uno stesso popolo che hanno fatto scelte diverse), anzi Komereth in realtà non esiste è all’interno stesso della comunità di Pradis, è il Male che si insinua nel Bene;
l’incapacità dei “buoni” (Pradis) a difendersi dai soprusi dei prepotenti,
i prepotenti disposti a tutto pur di raggiungere i propri scopi,
l’incapacità delle istituzioni secolari e religiose a comprendere gli equilibri peculiari di una piccola comunità e a risolverne i problemi;
la necessità di risolvere da soli i propri problemi, pena l’annientamento.
Tutto questo convive con le leggi della natura che prevalgono su quelle degli uomini, l’antica alleanza tra uomini e orsi precede e supera ciò che è venuto dopo: la natura, impersonata dall’orso, è una forza buona che vede all’essenza delle cose, nelle vere intenzioni dell’uomo e risparmia la vita quando le riconosce come giuste. Il racconto, tuttavia, secondo me, vuole essere un omaggio alla forza delle donne: nella vita sociale del villaggio sono figure secondarie, sono riconosciute come mogli o figlie di, ma la vita del villaggio dipende anche dal patto con gli orsi che le donne rinnovano ad ogni generazione. Trovano un riscatto nella vita segreta quando si trasformano in strenue custodi delle proprie famiglie, del villaggio e giustiziere.
Patrizia Milanese