Natale 2023
Babbo Natale in realtà è…
di Nicola Skert
È sfuggente.
Ha mille nomi ed è stato avvistato un po’ ovunque.
Fa un uso abnorme di sosia disseminati su tutto il pianeta, soprattutto in prossimità dei centri commerciali. C’è chi giura di averlo visto circolare in casa, ma le testimonianze sono ritenute spesso inaffidabili perché, a quanto pare, a vederlo sono solo i bambini.
O perlomeno, a credere di averlo visto
Nessuno sa esattamente dove viva ed è uno dei personaggi più controversi della storia dell’umanità.
Esiste? Non esiste? Pare sia un po’ come l’abusatissimo gatto di Schroedinger, poveretto. Pochi in realtà hanno capito il significato della sua celebrità nella fisica quantistica, tuttavia tutti lo portano come esempio.
In ogni caso, Babbo Natale c’è e non c’è nello stesso istante.
Esatto, si chiama così, almeno da queste parti.
Mi ricordo ancora il giorno in cui mia figlia, guardandomi dritto in faccia, mi rivolse una domanda.
«Papà, dimmi la verità».
«Certo, tesoro mio».
«Babbo Natale esiste?»
Fu un momento drammatico.
Mia figlia mi stava mettendo alla prova. Mi aveva chiesto di dire la verità, ma avevo paura di lacerarle il cuore.
Aveva solo sei anni, ma se avesse saputo che avevo mentito la delusione sarebbe stata duplice, e avrei pure perso la sua fiducia.
Questa la mia riflessione racchiusa in un tentennamento di alcuni secondi.
Decisi.
«No. Non esiste».
«Lo sapevo!», esultò lei.
Io di rimando liberai uno sbuffo di sollievo.
Poi, quando arrivò a casa pure la mamma, le pose lo stesso quesito, raccomandandole di dirle la verità.
«Certo tesoro mio, ti dico la verità. Dimmi».
«Babbo Natale esiste?»
«Certo». rispose lei con un sorriso rassicurante, senza alcuna esitazione.
Ovviamente, questo episodio ha generato una crisi di coppia che si è risolta con la mutua considerazione che, tutto sommato, entrambe le affermazioni sono corrette. Babbo Natale esiste per chi ci crede.
Un po’ come Dio, la Provvidenza, gli Extraterrestri e via dicendo.
La fisica quantistica, tuttavia, è altra cosa.
Fatto sta che io, da piccolo, non mi ricordo né di aver chiesto ai miei genitori se Babbo Natale esistesse o meno, né se ci fossi arrivato da solo, né se ci abbia mai creduto.
Buio totale, nero.
Anzi, bianco, visto che una volta a Coccau confine, all’estremo nord est d’Italia dove abitavo, a venti metri dal confine con l’Austria e a seimila da quello della ex Jugoslavia, nevicava eccome!
Di Babbo Natale comunque neanche l’ombra, manco uno zio travestito.
Niente di niente.
Forse se Cristo si è fermato a Eboli (citazione per fossili viventi), Babbo Natale si è fermato a Coccau basso, tre chilometri prima di Coccau Confine. In effetti non c’era un granché: tre case e quattro bambini.
I figli di doganieri, poliziotti, carabinieri e finanzieri che animavano quel fazzoletto di asfalto avvolto dai boschi, se ne erano già andati da un pezzo con le loro famiglie. Al loro posto solo giovani leve.
Eravamo rimasti solo noi autoctoni, e penso che per Babbo Natale fosse davvero una fatica arrivare fin da noi.
Comunque, i nostri regali li trovavamo sempre sotto l’albero. Abete vero tra l’altro, mica di plastica. E la notte in trepidante attesa del giorno di Natale… Beh, manteneva tutta la sua magia.
Ma tornando a Babbo Natale, forse le uniche tracce che ho trovato nei boschi erano delle cacche di renna. In realtà erano di capriolo, ma a me faceva piacere pensare che da lì fosse passato Babbo Natale con la sua immensa slitta da neve, di cui tuttavia non si trovava mai traccia. Perché volava, ovvio.
E le renne?
Anche, ma probabilmente le lanciavano di corsa.
Eppure, non ne ho mai trovate sul terrazzo. Di certo una volta ne assaggiai una, convinto si trattassero di praline di cioccolato. Per fortuna ero con mia sorella, che interruppe quell’involontario momento di coprofagia.
Ma al di là di Babbo Natale e del dilemma della sua esistenza, di dove esattamente viva e cosa faccia durante il resto dell’anno, lasciamo le speculazioni a tutto il mercato della distrazione che ci ruota attorno.
L’importante è che il suo nucleo, quello attorno al quale tutto gira, mantenga il suo significato principale: la magia dell’innocenza, di quando un bambino si sente ancora un tutt’uno con l’universo e non c’è ancora distinzione tra Bene e Male, tra bianco e nero, gli elementi della vita non sono ancora disgregati e tutto è ancora compatto e fuso assieme. I fratelli non sono fratelli e i genitori non sono genitori e io non sono io: è tutto, ancora, la stessa cosa.
Ecco chi è Babbo Natale, forse: un vecchio saggio che ci accompagna per mano fino a quando non ci sentiamo di lasciarla.
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