Sulle placide colline udinesi sorge villa Cavour, un edificio dall’eccentrica architettura costruito nel 1943. La villa viene proposta in affitto ad un prezzo stracciato. Il nuovo inquilino, reduce da un doloroso divorzio, si considera fortunato per aver firmato il conveniente contratto di locazione. Insediatosi nella villa, inizia subito il recupero dell’immobile. Durante l’asportazione dell’intonaco dalle pareti, riporta così alla luce un’enigmatica scena dipinta, straordinariamente simile alle immagini di un sogno avuto nelle notti precedenti. Poco incline alle congetture metafisiche, l’affittuario è però colto dal terrore più cupo quando scopre, seppelliti nel vigneto, i cadaveri di quattro esseri umani. L’ispettore di polizia, incaricato delle indagini sui cadaveri trovati dall’uomo, li collega subito all’uccisione di alcune persone avvenuta nella stessa villa un anno prima. A questo punto, per dare un significato ai dipinti, chiede l’aiuto di un docente universitario, noto professore di semiotica. I due, dopo le prime sconcertanti interpretazioni dei disegni e di un antichissimo reperto disseppellito nel parco, scoprono un legame con la curiosa armatura dall’elmo cornuto, conosciuta come la Maschera del Diavolo, conservata tra gli ex voto nell’atrio di una chiesa di Udine. A complicare le indagini interviene un inafferrabile assassino seriale. Dopo che le investigazioni condurranno alla scoperta che questi ultimi delitti sono collegati a quelli di villa Cavour, i protagonisti giungeranno alla sconcertante rivelazione finale.